Fabio Ravioli - regista
Fabio Ravioli - regista
Elisabetta Dini - attrice
Elisabetta Dini - attrice
Andrea Brunotti - cantautore
Andrea Brunotti - cantautore
Manu The Beat - DJ
Manu The Beat - DJ
Kiahara Porta Gamal - bellydancer
Kiahara Porta Gamal - bellydancer
Ester Rossini -  cantante
Ester Rossini - cantante
Davide Baroni - scrittore
Davide Baroni - scrittore
Lara Panvini - scrittrice
Lara Panvini - scrittrice
Mattia Bonetti. - cantautore
Mattia Bonetti. - cantautore
LDP -  Rapper
LDP - Rapper
Davide Nanti  - cantatuore
Davide Nanti - cantatuore
Lunafalena - gruppo rock
Lunafalena - gruppo rock
Duo Boom - artisti di strada
Duo Boom - artisti di strada
Sebastiano Bongi Tomà - fotogafo
Sebastiano Bongi Tomà - fotogafo
Mattia Ringozzi -  cantautore
Mattia Ringozzi - cantautore
Rei Hasegawa - pittrice e illustratrice
Rei Hasegawa - pittrice e illustratrice
Chantal Balestri - pianista
Chantal Balestri - pianista
Anish - Pittore
Anish - Pittore
Davide Bonetti - acrodancer
Davide Bonetti - acrodancer
Sarah Giannetti - pianista
Sarah Giannetti - pianista
Mirna Poli -  poetessa
Mirna Poli - poetessa
Lunedì 15 maggio 2019 Fabio Ravioli - regista

Inizio il mio progetto con il “paziente zero”, e non poteva che essere il mio amico Fabio.
Ci incontriamo al cinema di Villafranca, Fabio arriva con tutto il suo armamentario e in un certo modo mi assomiglia quando mi porto dietro zaino, cavalletti, stativi e flash.
In realtà alla fine non gli faccio tirare fuori niente e lo metto a sedere, come se guardasse il suo film, solo in sala.
Con Fabio ci conosciamo da troppi anni per poter avere un dialogo “serio” e questo sicuramente rende il mio lavoro più facile.
Fabio è regista, autore e sceneggiatore di corti, semplici, decisi, immediati, quel genere di film alla fine parla un po’ sempre anche di te che lo stai guardando.
Si parla delle cose fatte e di quelle da fare e se io ho un mio progetto nuovo da iniziare, anche lui ha già il nuovo corto in canna.
E allora concludiamo tutto con il ciak della prima ripresa.


Martedì 16 maggio 2019 Elisabetta Dini  - attrice

Elisabetta la vado a trovare nella sua “casa”, lo spaccio culturale, come lo ha battezzato lei, di Officine Tok a Monzone.
Questa volta sono io ad essere agitato, perché per la prima volta gioco fuori casa, e anche se ci conosciamo, puntare una macchina fotografica in faccia a qualcuno richiede sempre un coraggio pari a quello di puntare una pistola.
Ma io ho barato e ho studiato già prima quello che volevo tirare fuori: le due anime diverse che Elisabetta sa tirare fuori quando recita.
Per la prima colorata e scanzonata è stato facile.
Per la seconda, quella impegnata, intesa ed emotiva lei mi ha detto “Se sto in posa non ci riesco, posso recitare?”.
E così senza dover chiedere alla fine sono riuscito a trovare quello che volevo, e se guardo le foto non posso fare a meno di pensare che sono stato uno spettatore privilegiato dei suoi intensi monologhi.



Mercoledì 12 giugno 2019 Andrea Brunotti - Cantautore

Andrea lo conosco dai tempi della scuola, ma come autore l'ho scoperto solo recentemente.
Ci incontriamo qualche giorno prima degli scatti per raccontarci a vicenda i nostri progetti e la nostra “arte”.
Quella che ne è uscita è una visione molto simile delle cose, un legame verso il territorio, verso le radici, forti anche se ormai lontane, e una forte passione, sentimento che riflette persistentemente nelle sue opere.
Andrea è un cantautore che ci mette tutto sé stesso in quello che scrive e che canta, con una naturalezza che mi ha coinvolto subito mentre ascoltavo i suoi pezzi e che ho voluto provare a ricreare nelle foto.
Ci siamo incontrati alla Fortezza della Brunella, gli ho chiesto di portare la chitarra e suonare, perché volevo che nelle foto si sentisse la sua musica, intensa ed emozionale, che parla tanto del suo autore ma che sta bene addosso a tutti quelli che la ascoltano.


Sabato 3 agosto 2019 (primo incontro)
Giovedì 26 settembre 2019 (secondo incontro)
 Manu The Beat deejay

Il primo incontro con Manu è un’esperienza veramente unica: sul palco del Palaron Fan Festival, direttamente dalla cabina di regia della festa. Impossibile non sentirsi un VIP, molto più difficile cercare di raccontare con le foto tutto lo spirito della folla che balla e soprattutto cercare di raccontare la musica. Resto un’oretta buona a seguire Manu e alla fine scendo soddisfatto, rimandando tutto ad un secondo e più tranquillo appuntamento.
Ci troviamo una sera di fine settembre direttamente a casa sua, obiettivo quello di raccontare la sua vita in studio, dove nasce quello che fa.
Quello che mi stupisce è che la stessa energia sentita nella piazza ad agosto si può sentire chiara anche dentro allo studio, nello stretto spazio tra una consolle e l’altra.
Cerco di raccontare un po’ l’anima del dj, tra una chiacchiera e l’altra alla fine la foto vera  arriva come sempre  un po’ per caso, dopo che abbiamo parlato un po’, quando l’obbiettivo non mette più imbarazzo.
E quello che mi stupisce è finalmente posso raccontare la vera anima del dj, nel silenzio che precede lo scoppio della musica della serata.


Lunedì 19 agosto 2019 Kihara Porta Gamal - bellydancer

La prima volta Kihara l’ho vista ballare 10 anni fa, poi mi è ricapitato di vederla molte altre volte.
Forse un po’ per quello che mi riusciva difficile pensare a come fotografarla e a raccontare quello che fa.
Appena ho iniziato a pensare al progetto è stata la prima ballerina a cui ho pensato.
Ma per riuscire a fotografarla ci ho messo davvero tanto!
Alla fine decidiamo in fretta e furia di incontrarci a Virgoletta, perché l’idea è di farla “giocare in casa” e di trovare uno scenario che sia diverso da quello in cui di solito sono abituato a vederla.
Passano due ore velocissime, e soprattutto, cosa che fa strano, senza musica.
“La musica non serve” mi dice “la musica io ce l’ho dentro”.
E allora ho provato a raccontarla immaginando io la musica e cercando di portare il suo magnetismo e il fascino orientale tra le pietre storiche della Lunigiana.


Sabato 12 ottobre 2019 Ester Rossini - cantante

L’incontro con Ester l’abbiamo rimandato varie volte, per impegni diversi, e nel frattempo ho avuto modo di ascoltare le sue canzoni e cercare di farmi un’idea di quello che volevo raccontare, ma non riuscivo mai a trovare il punto di vista giusto.
Poi alla fine succede tutto alla svelta, ci vediamo per un caffè e per parlare del progetto e subito quell’aria da tipa tosta che traspare nelle canzoni e in quello che avevo visto lascia spazio ad un’artista sensibile, un po’ timida ma legata fortemente alle sue origini. E quindi, approfittando dell’autunno la raggiungo a Sassalbo e decidiamo di scattare un po’ di foto al Cerreto, persi tra i faggi e i colori autunnali e con il vento del lago come colonna sonora.
Dopo aver rotto il ghiaccio davanti al mio obbiettivo iniziamo a chiacchierare e riesco finalmente a vedere quello che la sua vera identità di artista.
Lei dice che quello la rappresenta: i suoi monti, il silenzio e quella solitudine buona, adatta a pensare e scrivere canzoni.
Ci salutiamo poco dopo, nel tardo pomeriggio, e lei mi dice che quello è il momento buono per rimettersi a scrivere.


Domenica 10 novembre 2019 Davide Baroni - scrittore

Davide lo incontro la prima volta durante una serata di presentazione del suo libro a fine agosto, e dopo avergli spiegato in breve il mio progetto ho iniziato il mio lavoro di “studio” sulla sua opera.
Il libro me lo sono gustato e forse ho fatto passare troppo tempo dal primo incontro alla giornata delle foto ma alla fine mi sono accorto che ne è valsa la pena.
Anche se lui narra storie che attraversano il tempo e (è il caso di dirlo) anche lo spazio, alla fine non tradisce la sua origine e ci incontriamo nel borgo di Monzone in una mattina fredda ma fortunatamente soleggiata di inizio novembre.
Nelle due ore che passiamo insieme si parla tanto dei suoi libri, di quelli pubblicati, di quelli finiti e di quelli pronti per vedere prossimamente la luce.
Ci troviamo a fotografare sui binari della stazione, perché lui dice che il suo è un viaggio che passa attraverso i suoi libri.
Mi dice che la sua prossima opera sarà ambientata in Lunigiana e alla fine sono contento di averlo raccontato nella sua terra di origine, cercando di lasciar trasparire un velo di mistero come quello che circonda i suoi libri.


Sabato 30 novembre 2019 Lara Panvini - scrittrice

Il libro di Lara lo avevo comprato già a giugno, molto prima che mi capitasse l’occasione di contattarla. Quando ci siamo incontrati quindi ero già pronto e preparato ed è stato un piacere parlare con lei del suo modo di scrivere e soprattutto dei suoi personaggi, e di persona ho potuto ritrovare subito la solarità che traspare dalle sue pagine.
Abbiamo rimandato l’incontro più volte perché il tempo non ci voleva dare tregua, ma io volevo trovare necessariamente una giornata luminosa.
 Approfittiamo del primo sabato buono, luminoso e freddo, alla fine di novembre.
Facciamo una passeggiata a Bibola, non perché il luogo sia legato a lei o alle sue opere ma perché la prima cosa che mi ha detto quando ci siamo sentiti la prima volta al telefono è stata che lei si vedeva bene contestualizzata in Lunigiana con le Apuane…
E a quel punto l’idea mi è subito balena nella mente.
Ovviamente lei è arrivata con il suo inseparabile computer e mi è piaciuta l’idea di fotografarla mentre era all’opera sulla revisione del suo ultimo libro.


Domenica 8 dicembre 2019 Mattia Bonetti - cantautore

Ho iniziato ad ascoltare le canzoni di Mattia un po’ per caso a fine estate, ma ero molto indaffarato e non ero riuscito a contattarlo, anche se mi interessava tantissimo coinvolgerlo nel progetto.
Ci incontriamo la prima volta a Fosdinovo, in un tardo pomeriggio buio di inizio autunno.
L’impressione che ho parlando con Mattia conferma quella che mi sono fatto ascoltando la sua musica: un artista a tutto tondo, poliedrico e geniale. 
In poco tempo tiriamo fuori un bel po’ di idee, e rimandiamo l’incontro a dicembre.
La mattina dell’8 siamo sfortunati perché il tempo sembra veramente brutto, ma non rinunciamo e percorriamo tutto il borgo di Fosdinovo, castello compreso, dove Mattia mi fa anche da guida, raccontandomi la storia del suo paese.
La pioggia ci grazia ed escono fuori un sacco di scatti dinamici e vivi, carichi di energia, come quella che Mattia mette nella sua musica e nelle sue canzoni.
La cosa bella è che alla fine delle idee che avevamo in testa non ne abbiamo utilizzata mezza: ma avevamo la sua chitarra, il suo cappello e il mio 35mm che hanno fatto tutto il resto.


Sabato 28 dicembre 2019 LDP - rapper

Ad un certo punto della mia “ricerca” mi avevano segnalato LDP: devo dire che io sono un po’ acerbo sulla musica rap, e quindi ho iniziato a fare una ricerca per vedere e sentire quello che questo giovanissimo artista ha realizzato.
Mi ha colpito tantissimo l’energia che Leonardo mette in quello che fa: i suoi pezzi sono potenti, forti, un pugno nello stomaco, e avevo in testa l’idea di rappresentarlo proprio in quella maniera.
Dopo il primo incontro abbiamo deciso di cercare una location un po’ “urbana” ma comunque in Lunigiana.
Mi è piaciuto vedere come davanti all’obbiettivo Leonardo sia diventato subito LDP: la stoffa del rapper è emersa subito e siamo riusciti a realizzare quello che entrambi avevamo in mente.


Domenica 5 gennaio 2020 Davide Nanti - cantautore

Con Davide ci siamo sentiti quasi all’inizio del progetto, avevo sentito molte volte le sue canzoni e avevo chiaro in testa cosa volevo raccontare di lui, ma gli impegni ci hanno fatto rimandare mille volte l’incontro.
Ci incontriamo in una freddissima mattina di gennaio, con la nebbia che avvolge tutta la valle tranne Fivizzano.
Ci prendiamo un caffè e parliamo un bel po’, forse troppo, ma nel frattempo Davide mi parla dei libri importanti per le sue canzoni e per i suoi testi e alla fine decido che quello è l’elemento fondamentale per raccontarlo.
Così tra un introvabile libro di Loris Jacopo Bononi e il tavolino del bar ho trovato l’immagine che avevo in testa da mesi, provando a mettere Davide nella Via Roma del suo disco.


Martedì 14 gennaio 2020 Lunafalena - gruppo rock

I Lunafalena li incontro nella loro sala prove, piccola ma accogliente che mi dicono aver tirato a lucido per la serata e ne sono onorato.
Facciamo due chiacchiere e dato che ci conosciamo da una vita rivanghiamo un po’ i bei tempi andati. Sono un po’ indeciso su come caratterizzarli, è difficile riuscire a trovare una chiave di lettura che racconti una delle più longeve rock band della Lunigiana.
Mentre ragiono loro provano e ogni tanto proviamo a pensare tutti insieme alle rock band famose e ai ritratti storici.
Ma l’idea è quella di trovare qualcosa di diverso dal solito, ma che risulti comunque “molto rock” come sono loro.
E quindi li metto seduti “cattivi” sul divano ed ecco che troviamo insieme la soluzione giusta.
Prima di andare via mi chiedono se voglio sentire un nuovo pezzo in grande anteprima.
E ovviamente accetto.


Domenica 9 febbraio 2020 Duo Boom - artisti di strada

Gaia e Dario li ho visti la prima volta dal vivo a dicembre, su suggerimento di un’amica.
Lo spettacolo mi ha rapito, proprio come un bambino e da subito ho deciso che volevo conoscerli meglio e volevo che anche loro facessero parte del progetto.
Parlando con loro mi hanno raccontato tra le altre cose dei loro ulivi e del loro campo, il buen ritiro per dopo tutto il loro girovagare in giro per l’Italia con il loro camper.
Ho deciso quindi che sarebbe stato bellissimo toglierli dai costumi di scena e raccontarli lì, con gli ulivi a fare da quinta al palcoscenico.
E mi sono divertito ancora come quando li ho visti la prima volta.
Prima di andare, per riprenderci dal freddo, ci siamo presi un buonissimo tè e ci siamo dati appuntamento alla prossima volta, perché sicuramente il Duo Boom tornerà ancora davanti al mio obbiettivo


Mercoledì 19 febbraio 2020 Sebastiano Bongi Tomà - fotografo

L’ultimo artista che incontro in questo “volume 1” è Sebastiano Bongi, con cui veramente ci conosciamo da una vita, ma che artisticamente ho iniziato a conoscere ed apprezzare solo da qualche anno.
Sebastiano è un grande fotografo, molto rock come i musicisti che immortala, uno che veramente sa impressionare con il modo che ha di ritrarre e interpretare gli artisti sul palco.
Non potevo che chiudere con lui e portarlo nello studio del mio gruppo, i Fotoamatori Tresana, con un po’ di timore reverenziale.
Perché credo che per un fotografo dilettante come me ritrarre uno bravo come lui sia un po’ come per uno scrittore alle prime armi che si mette a scrivere la biografia di un suo mito.
Ma alla fine le cose si mettono nel verso giusto, mi sono portato dietro la mia mitica Polaroid, e quando propongo l’idea a Sebastiano sorride e troviamo subito l’intesa giusta.
Prima di andare ho il tempo di mostrargli tutte le foto che finiranno nella mostra.
E quando lui fa un cenno positivo con la testa sono molto contento e non vedo l’ora di presentare il mio lavoro.



Martedì 18 agosto 2020 Mattia Ringozzi – cantautore

E’ una sera di inizio agosto quando decido che è giunto il momento di ricominciare il mio viaggio tra i giovani artisti in Lunigiana.
Ripartire non è facile: sono sei mesi che fotografo cascate, cieli notturni, boschi e laghi, sei mesi che non ho nessuno davanti al mio obiettivo.
Eppure bisogna ripartire e l’occasione come al solito capita per un caso.
Leggo infatti che Mattia è in zona e suonerà ad Aulla, e quindi lo contatto subito.
Le canzoni di Mattia le ho ascoltate già tempo fa, in pieno inverno, ma ce le ho ancora bene in testa, un cantautorato d’altri tempi eppure modernissimo, parole in cui trovo tanto della mia generazione.
Ci incontriamo per un aperitivo veloce, che alla fine tanto veloce non è, parliamo un po’ del suo disco, della sua musica e del mio progetto, e subito trovo anche in lui, che pure abita lontano da tempo, quell’attaccamento alla Lunigiana che ho trovato in tutte le persone incontrate finora.
Non a caso decidiamo che il luogo per le foto sarà il piazzale della chiesa di Riccò, il posto in cui lui mi dice che si sente più rappresentato, sempre con i suoi inseparabili occhiali da sole.
Sono parecchio teso prima di iniziare a scattare, però iniziamo a parlare e le foto escono da sole.
Mi dice che il disco che sta scrivendo parlerà della Lunigiana, ci salutiamo sul finire della sera e ci diamo appuntamento alla prossima occasione, per raccontarci qualche storia nuova, vissuta sempre come pendolari di lungo corso.



Mercoledì 26 agosto 2020 Rei Hasegawa (aka Elena Ballerini) pittrice e illustratrice

Rei l’avevo incontrata mesi fa, in pieno inverno, su suggerimento di un’amica che mi aveva fatto notare i suoi lavori.
Per ritardi vari non ero riuscito ad includerla nella prima parte del progetto, ma ero sicuro che sarebbe stata tra i primi artisti che avrei incontrato appena il mio “viaggio” sarebbe ripreso.
Rei mi aveva portato alcune sue opere e viste dal vivo mi avevano subito colpito per l’armonia di colori e di forme e per come le figure femminili da lei ritratte fossero intese e cariche di emozioni.
Quello che volevo provare a fare era cercare di raccontarla mentre dipingeva, in un contesto in piena armonia con le sue opere floreali.
Rei Elena non ha avuto dubbi nello scegliere il parco del Gaggio come luogo ideale per le foto.
Così si è seduta per terra e ha iniziato il suo lavoro con i pennelli e gli acquarelli e in quel silenzio anch’io mi sono rilassato e immerso nella sua opera.
E mentre dipingeva, concentratissima sul suo disegno, mi sono accorto che nelle sue opere lei mette tanto di sé e alla fine ho deciso di fotografarla con i suoi pennelli (anche se lei mi ha detto che preferisce tanto i pennarelli).
Quando ci salutiamo il suo disegno è ancora bagnato, e sono curioso di vedere come sarà quando lo avrà terminato.


Domenica 27 settembre 2020 Chantal Balestri pianista

Chantal mi aveva contattato ad aprile, in pieno lockdown, ed io avevo iniziato a cercare in rete le sue esibizioni, non potendo disporre di nessun altro palcoscenico se non quello virtuale.
Nell’incertezza del momento le avevo detto che l’avrei ricontattata nel momento in cui sarei riuscito a fare un po’ di ordine nelle cose e terminare la prima parte del mio lavoro.
L’occasione per vederla dal vivo era poi capitata a Fivizzano, in una sera fresca di luglio, con un incontro breve  ma che mi aveva già fatto capire abbastanza di lei.
Quello che mi che mi ha colpito di Chantal è la sua dimensione artistica: pianista internazionale, tornata da New York alla Lunigiana per gli eventi della pandemia, ma comunque legata a doppio filo a questa terra, tanto da promuoverla con la sua musica e con quella di tantissimi artisti internazionali.
Abbiamo scelto come location per le foto la splendida cornice dell’agriturismo La Luna di Quarazzana, dove Ilaria ci ha ospitato e messo a disposizione la sala del pianoforte.
La mattina è fresca e frizzante, io sono come sempre agitato anche perché Chantal si presenta elegantissima e brillante, come se stesse per esibirsi in un palcoscenico importante.
Appena prendo in mano la macchina però passa tutto, lei resta sempre nel suo ruolo e alla fine riesco ad eliminare tutto il superfluo per far restare nella foto solo quello che conta davvero: lei e il pianoforte.
Un legame forte, quasi magnetico, una passione che lei riesce a trasmettere e che mi ha colpito molto, tanto che quando ci salutiamo ci rendiamo conto che sono passate già tre ore e non ce ne siamo neppure accorti.


Sabato 3 ottobre 2020 Anish (AKA Giacomo Sarteschi) pittore

Avevo visto per caso la mostra di Anish al castello di Lusuolo in un caldissimo pomeriggio di agosto e i quadri mi avevano colpito subito perché quello che avevo davanti era una cosa che in Lunigiana ancora non avevo visto.
I suoi quadri, molto concettuali, tanto ricchi di parole quanto essenziali nel contenuto, mi sono apparsi subito molto evocativi e complessi, e subito ho deciso che dovevo incontrare questo pittore.
Ci siamo incontrati a Pontremoli e davanti ad una birretta fresca abbiamo parlato del mio progetto e della sua arte.
Quello che mi ha colpito è che per molti versi ho trovato il modo di vedere le cose di Giacomo\Anish vicino al mio: entrambi con un lavoro che poco a che fare con l’arte, entrambi che nel tempo libero ci togliamo il vestito buono per immergerci completamente in quello che ci piace fare.
Pittura e fotografia sono due mondi simili, seppur lontanissimi, ma l’approcio che ho trovato in lui è lo stesso che mi trovo spesso ad affrontare.
Forse per questo avevo già l’idea fin dall’inizio del modo in cui raccontare Anish: nel luogo dove nascono le sue tele.
Ci incontriamo in un piovoso sabato mattina nel suo studio, con una parete che è già un’opera d’arte.
Iniziamo a scattare e le foto escono subito come le avevo pensate.
Mi piace essere riuscito a contestualizzarlo in mezzo alle sue creazioni e a provare a renderlo parte di esse.
Prima di andare via parliamo di progetti futuri, sogni più o meno da realizzare e sono sicuro che ci incontreremo ancora.
Magari per un’altra birretta.



Mercoledì 21 ottobre 2020 Davide Bonetti acrodancer

A dicembre dello scorso anno avevo incontrato Mattia Bonetti, cantautore, che mi aveva parlato di suo fratello che faceva l’acrodancer, una cosa che mi era assolutamente sconosciuta fino a quel momento.
La cosa mi aveva ovviamente incuriosito, ma Davide non era in Italia in quel periodo, e la mia prima parte del progetto era già abbastanza piena, così avevo scritto il suo nome sul mio taccuino, rimandando tutto alla prima occasione buona.
Così a settembre di quest’anno ho incontrato Davide, che mi ha raccontato della sua arte, anche se nel frattempo io mi ero documentato e avevo dato una sbirciata a quello che lui fa e anche alle cose che i due fratelli hanno realizzato, combinando insieme i loro talenti.
Quello che traspare subito da Davide è l’energia che mette in quello che fa e l’idea mentre me lo racconta balena subito: voglio cristallizzare la forza  delle sue evoluzioni.
Decidiamo che il posto migliore per realizzare le foto è la chiesa di Fosdinovo, col pavimento e la facciata di marmo, liscia e adatta a quello che fa Davide.
E poi lui lì gioca in casa.
Ci troviamo in una mattina fresca di inizio autunno, Davide inizia a scaldarsi e io preparo tutto il mio set, ma mi accorgo subito che dovrò fare qualcosa di diverso rispetto a quello che faccio di solito perché lui si muove davvero veloce.
E come sempre mi capita, mi ritrovo spettatore per uno spettacolo privato, e mi sintonizzo sulle sue acrobazie e sui suoi salti.
Alla fine forse non ho realizzato un ritratto canonico, ma lo scatto che ho scelto credo che racconti molto di lui.
E credo anche di aver capito bene cosa faccia un acrodancer.
Ed è davvero una bomba.


     Sabato 12 giugno 2021 Sarah Giannetti pianista

Sono passati più di sei mesi dall’ultima volta che ho fotografato un artista.
Il lungo inverno di pandemia ha chiuso tutti i contatti e ha congelato, insieme con il freddo, tutto il mio progetto.
Ho fotografato  tanto in questo periodo, ma non ho più fotografato persone.
Così, quando ad inizio maggio decido che è giunto il momento di ricominciare il mio progetto un po’ mi viene l’ansia.
Io e Sarah ci eravamo sentiti a fine della scorsa estate, e dopo vari rinvii dovevamo incontrarci a fine ottobre, ma ovviamente tutto era stato rimandato a data da destinarsi.
Così, quando ci sentiamo ad inizio maggio e decidiamo di incontrarci sfruttando anche le belle giornate e il caldo, inizia un periodo piovoso e freddo, tipo clima londinese o su di lì, neanche a farlo apposta.
Per fortuna il caldo arriva e riusciamo finalmente ad incontrarci.
Il problema che si pone è un altro: non abbiamo un pianoforte a disposizione, quindi ci tocca trovare il modo di raccontare la pianista senza il piano.
Con Sarah non ci siamo mai incontrati prima del giorno delle foto, ci eravamo solo sentiti telefonicamente, e io avevo di lei solo le immagini che avevo trovato in rete.
Si era parlato di qualcosa di fiabesco, un’atmosfera un po’ sognante.
L’idea mi è venuta per caso e lei ha accettato subito di buon grado: estraniarla da palcoscenico, piano e tutto il resto, e metterla in un bosco, con un tappeto di spartiti che significassero il suo legame con la musica.
Ci siamo incontrati a Tavernelle, ho scelto come luogo un bosco di abeti che mi dava l’idea di favola.
Sarah è arrivata gentilissima ed elegante, con l’unico terrore di rimanere conficcata nel terreno con i tacchi.
Appena ho creato le luci e il set si è trasformata e davanti all’obbiettivo sono riuscito a fare apparire la giovane pianista decisa e determinata.
Non so se alla fine l’atmosfera da favola traspare dal mio scatto, ma vi posso assicurare che la musica, anche se non c’era, io l’ho sentita.


Sabato 31 luglio 2021 Mirna Poli poetessa

La prima volta con Mirna ci siamo incontrati a settembre 2020 e sembra veramente passata una vita.
Avevamo preso un caffè veloce e mi aveva regalato i suoi libri di poesie con tanto di dedica personalizzata.
Tra i vari stop e gli incontri rimandati, ci siamo risentiti e abbiamo fissato l’incontro in un caldissimo sabato mattina d’estate.
Io intanto ho avuto il tempo di leggermi più volte quello che lei ha scritto.
Nelle sue poesie c’è questo senso di ricordo, di casa , di legame con la propria terra, con la natura.
Tutto questo unito e rafforzato per molti versi dallo yoga.
L’idea che ho in mente da diverso tempo è quello di cercare di contestualizzarla e renderla unica insieme alla natura, magari appunto un bosco.
L’idea a lei piace e ci ritroviamo nel luogo in cui pratica meditazione.
Il bosco a pochi metri dalla strada sembra un posto magico, sarà per l’atmosfera, sarà per il curioso cerchio che formano gli alberi.
C’è la natura, ci sono gli alberi e c’è la luce che filtra tra le fronde: tutti elementi che ritornano nelle sue poesie.
In poco tempo riusciamo a trovare lo scatto giusto, quello che avevo in mente.
Mirna mi confessa poi che quel posto è solo suo e che  lassù si ferma soltanto lei insieme a Black, il suo cane, la sua creatura meravigliosa, che alla fine ci viene a trovare per farsi fare qualche scatto insieme a lei.

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